28/05/2008 1°
tappa: LEON Hospital de Horbigo (35,7 km -9,30h)
Come
inizio, non sembra dei migliori,non ha smesso mai di piovere, da ieri sera
che sono arrivato, ma la prendo con filosofia " pellegrino bagnato
pellegrino fortunato " alle 7.30 inizia pero’ il mio cammino.Qui trovo jose’
uno spagnolo di Vigo che aveva fatto gia’ il camino altre tre volte e mi
guida ad uscire da Leon. E’ sempre difficile orientarsi nelle grandi città,
le frecce sono spesso coperte da cartelli, manifesti e pubblicità.
Prima di Virgen del Camino incontro parecchie case costruite sotto terra,
sembrano le case degli hobbit de Il Signore degli Anelli.A Virgen il
percorso si divide, da una parte, più interno e vario, passa per Villar De
Mazarife, dall’altra, a fianco della strada, passa per Villadagos. Opto per
il secondo che è più corto di qualche chilometro.
Devo rallentare per la forte pioggia che cade ,cosi aspetto anche Jose’ che
era rimasto dietro.
Arrivo a Villadagos, dove mi fermo in un piccolo negozio per prendere
qualcosa e mi riposo un attimo. Si avvicina una ragazza dice di chiamarsi
Giovanna, e’Australiana,ha iniziato anche lei il cammino questa mattina .
Con lei faccio gli ultimi undici chilometri fino ad Hospital de Horbigo,
cercando in qualche modo di fare conversazione, anche se non capisco niente
di inglese pero’ parla molto bene lo spagnolo che io capisco meglio.
Parliamo di calcio (odia il rugby), della Roma, e mi racconta del suo
viaggio in Nepal, sotto l’Annapurna. Arriviamo al paese, entrando per il
lunghissimo e famoso ponte romano e ci dirigiamo all’albergue parrocchiale.
E’ abbastanza caratteristico, gli hospitaleri sono gentili ed accoglienti,
c’è un bel giardinetto interno, ma le camere sono malridotte (per non
parlare dei letti, almeno la richiesta è di soli 3€).
Mentre metto ad asciugare tutti gli abiti bagnati, conosco due giovani
italiani, uno di Milano Antonio e una ragazza di brescia mangiamo insieme .
Gli racconto che qui ci si sente fuori dal mondo, anche se e’ il mio primo
giorno di cammino.Antonio mi racconta che usa una “tecnica” che ha appreso
in un monastero buddista , praticamente legge i giornali solo una volta alla
settimana. Dice che se una notizia è importante, allora sopravvive per più
di sette giorni.Antonio e la ragazza di Brescia sono partiti Rocesvalles.
Torno all’albergue e nella mia stanza conosco una signora di Verbania,
bloccata a letto da dolori alla schiena. Gli regalo un po dei miei
antinfiammatori.
Più o meno tutti hanno qualche problema,ma io essendo il primo giorno e con
35 km mi sento abbastanza bene sono arrivato bagato per l’acqua presa ma
bene,come primo giorno ho visto anche gente camminare con i fazzoletti in
bocca per i dolori ma bene o male si cerca di continuare. Da fuori possiamo
sembrare dei pazzi masochisti, ma da dentro è diverso, c’è come una forza
del camino che ti spinge avanti.
29/05/2008
2° tappa: Hospital de Horbigo-Rabanal del camino (38km
- 11h)
Stamattina vengo svegliato da una giovane pellegrina che scende dal letto
sopra di me. Mi alzo e parto con Jose’ e Giovanna,e la giovane ragazza
Ungherese Agnes alle sette. Fa parecchio freddo, in questa zona l’escursione
termica è veramente notevole, lo sbalzo è di quasi venti gradi. Del resto
siamo su un altopiano, a 800/900 metri di altezza. Per strada ci raggiunge
anche la signora di verbania che stamattina sta molto meglio.(forse l’aulin
e oki che le ho regalato hanno fatto effetto)Mi racconta che il camino è
come un “condensato” della vita. Alla partenza è un po’ come il nascere, si
muovono i primi passi, poi si cresce ed infine l’arrivo è un po’ come il
morire, c’è la malinconia per un qualcosa che è finito. E nel mezzo, ci sono
tutte le varie situazioni, la solitudine, la compagnia, la sofferenza, lo
sconforto, il lasciarsi, il ritrovarsi, la gioia.
E’ una prospettiva veramente interessante da cui guardare il camino.
Facciamo il percorso alternativo, attraverso panoramici saliscendi di belle
colline. Facciamo sosta in un baretto a Santibañez de Valdeliglesi e poi
raggiungiamo Astorga. Passiamo per il bel centro e arriviamo al particolare
palazzo episcopale di Gaudì (rispetto a quello di Leon sembra ancora di più
un palazzo delle fiabe). Jose’mi fa assaggiare i famosi dolci di Astorga, le mantecadas, ma non mi dicono nulla, pensavo qualcosa di meglio.
Entro nella bella cattedrale per visitarla.Anche se è un’altra cosa rispetto
al giorno precedente ,adesso non piove il percorso ritorna tutto rosso e
sterpaglie basse, in stile far-west. Il percorso inizia a salire e
ricomincia a piovere, si vede anche la neve sui monti. E così dopo aver
passato Santa Catalina de Somoza ed El Ganso (paesini un po’ abbandonati e
malridotti) raggiungo, dopo una bella salita, Rabanal del Camino.L’albergue
nostra signora de Pilar e carino. Effettuo i vari riti: doccia, asciugare i
vestiti,mangiamo maccheroni,che sanno di tutto meno che di maccheroni.Qui
incontro due signori di Roma e altri italiani,che stanno mangiando,mi
offrono un po di pasta fatta da loro buonissima(aglio oglio e peperoncino).
30/05/2008 3° tappa:Rabanal del
Camino-Molinaseca (24,7km-5,30h)
Stamattina la colazione è offerta dall’ospitalera che ci dice di passare su
strada buona perche’ il sentiero e’ impraticabile per le piogge,affrontiamo
la salita dellla Cruz de Hierro (1505 mt.) con pioggia e nebbia,fa anche
freddo.Saliamo velocemente su strada in asfalto, panoramica, e in due ore
arriviamo al passo, dove è presente una montagnola di sassi su cui si
innalza un lungo palo di legno e in alto una croce di ferro. E’ uno dei
posti simbolo del camino ed e’ tradizione che ogni pellegrino aggiunga un
sasso al cumulo esistente, in segno di liberazione dei propri peccati. E’ un
rito millenario al quale non mi sottraggo.Si comincia a scendere, passando
per Manjarin, paese ormai abbandonato e distrutto, dove è presente solo un
piccolo e caratteristico albergue.
Continuo per la discesa e mi fermo per una sosta a El Acebo, un bel paesino
di montagna, con tutte le case di pietra e legno. Dopo poco arriva Jose’ e
Giovanna.Mi faccio un panino con prosciuto,ormai ho imparato quel minimo di
vocabolario di sopravvivenza: bocadillo, jamon serrano, chorizo e queso. Si
riparte tutti insieme si raggiunge la massima altitudine ( 1520 metri ) dove
e’ situata un ‘ antenna per telecomunicazioni. Da qui una lunga discesa di
circa 17 chilometri , alternando strada e sentiero, ci porta fino alla
cittadina di Molinaseca dove ci fermiamo per la notte. La lunga e ripida
discesa di oggi (quasi 1000mt di dislivello) mi ha tagliato le gambe.
31/05/2008 4° tappa :
Molinaseca –Villafranca del bierzo(33km / 10h)
La
sera siamo andati a dormire con tempo in miglioramento ma la mattina mi sono
alzato e iniziava a piovere.Arriviamo a Ponferrada dopo un ora circa di
cammino (qui in qualunque spazio vuoto pali della corrente campanili ecc.
fanno da padrone le cicogne c’e’ ne sono tantissime),cerchiamo un bar per la
colazione ma qui si apre dopo le 9 quindi proseguiamo e poco prima del
famoso castello dei Templari facciamo una piccola pausa in un baretto,
facciamo una ricca colazione e qualche foto alla città; luogo in cui ebbero
sede i cavalieri templari.Compro un nuovo poncho per ripararmi dalla
pioggia.Dopo l’uscita dalla città costeggio , un lungo sentiero da una
strada poco trafficatasi gli ultimi chilometri, una decina, sono un
continuo saliscendi Dopo Cacabelos il percorso entra nel Bierzo e fra
vigneti e belle colline (l’ultima anche abbastanza ostica) raggiungo
Villafranca del Bierzo, una cittadina incastonata dentro una valle,troviamo
l’albergue, laviamo gli indumenti e decidiamo di uscire. Il paese è bello,
ha una bella piazza. Ci sediamo in un bar con l’idea di bere una birra e
mangiare un panino. Il menù che ci viene portato è invitante ed allora ci
facciamo un piatto di pollo con le patate (si spende una miseria per le dosi
e la qualità). Gelato.La sera torniamo in piazza. Sono passate solo quattro
ore, ma la fame è tanta: menu del dia (€ 10,00) e con soddisfazione mangiamo
pasta, bistecca di toro e merluzzo con patate.
Una
bottiglia di vino ad accompagnare.
Si
ritorna in albergue, si preparano le cose per il giorno dopo e poi, una notte d’incubo:
due tromboni che non hanno cessato di russare, avevo dimenticato i tappi
nello zaino meno male che avevo dei fazzoletti di carta e un po hanno
funzionato.Domani ci attende una tappa pesante.
01/06/2008 5° tappa:
Villafranca-O’Cebreiro (30km 8h)
La
mattina inizia senza dolori, ma il freddo è costante: abbiamo scoperto dai
meteo che le temperature vanno dai 6°C ai 35°C; e questa mattina è
decisamente fredda, complice il vento che soffia contro la nostra direzione
di marcia, dato che il Cammino è costeggiato da una vallata con un ruscello.
Si arriva ad Abasmestas dove facciamo colazione café con leche, un
croissant.Ci aspetta l’ascesa a O Cebriero.Si passa per Vega de Valcarece
dove un gigantesco ponte dell’autostrada che sovrasta la vallata segna
l’accesso al paese.Qui si attraversa il fiume valcarece, il cammino ancora
asfaltato inizia a farsi piu’ aspro,e dopo circa un km inizia un sentiero
che rimarra’ ben impresso sia per la bellezza che per il sudore,la mattina
alla partenza eravamo tanti ma pian piano son rimasto solo no so che fine
abbiano fatto.Si arriva al confine tra la castiglia e galizia, entrando in
Galizia cominciano a trovarsi sul percorso le pietre miliari (mojon) che
indicano ogni 500 metri i chilometri che mancano a Santiago, ormai si e’
quasi arrivati in cima eccolo finalmente il Cebreiro, arrivato in vetta
trovo molti dei pellegrini che avevo lasciato dietro,anche jose che aveva
dolore ad una caviglia, la giovane Ungherese, erano arrivati prima di me,
(Mistero)da qui si dominano le vallate,una chiesa in pietra con accanto un
monumento che ricorda don Elias Valina fautore del cammino giacobeo,e anche
per aver iniziato a segnare la rotta con la vernice gialla. E’ uno dei
simboli del camino, dove è avvenuto il famoso miracolo dell’eucarestia, il
cui calice è custodito nella chiesa di Santa Maria Real. E’ un bel paesino,
con le tipiche capanne in pietra e tetto
in paglia chiamate Pallozas. Forse
è un po’ troppo tirato a lucido, turistico, c’è troppo contrasto con i
paesini sporchi e malridotti attraversati durante la salita.
02/06/2008
6°TAPPA:O’Cebreiro-Tricastella (20,6 km- 5h)
Partiamo alle 7, completamente immersi nelle nuvole, a tratti pioviggina. E
‘ una delle tappe piu ‘ belle del Cammino. Infatti molti iniziano il
pellegrinaggio proprio dal Santuario del Cebreiro. Se la fortuna ci assiste
con una bella giornata ( qui le giornate di nebbia sono abbastanza frequenti
) il panorama e ‘ grandioso. dopo una ripida discesa arriviamo a Linares ,
piccolo villaggio sulla sinistra della strada. Proseguiamo sull ‘ asfalto e
poco dopo si raggiunge l ‘ Alto de San Roque che , col suo monumento al
Pellegrino , costituisce un punto favorito per fotografie ricordo
ma c’e ‘ nebbia, continuo su un sentiero che costeggia la strada asfaltata
Da questo punto, sulla destra , una pista riservata ai pellegrini ci portera
‘ fino a Triacastela. Passeremo prima per le località ‘ di Hospital , Alto
del Pojo , Fonfria e Viduedo. Fino a Alto del Pojo e ‘ sempre in
salita(1335mt), arrivati in cima d’improvviso splende il sole,erano giorni
che non si vedeva un sole cosi Da qui fino a Triacasrtela invece siamo
sempre in leggera discesa . Da Viduedo il sentiero e ‘ sempre molto
panoramico .
Prima di arrivare a Triacastela attraverseremo due minuscoli villaggi :
Filloyal e As Pasantes. In quest ‘ ultimo paesino un vecchissimo , enorme
castagno ci da il benvenuto.
03/06/2008 7°tappa:
Tricastella-Sarria (20km- 4,30h)
Questa mattina e’ tempo buono partiamo poco dopo le sette,salutiamo Giovanna
che ha deciso di deviare per Samos, che non si trova nell'itinerario
tradizionale del Cammino Francese, però è imprescindibile visitare l'abbazia
benedettina di San Xulián de Samos, S. VI-XVIII. Questo importante monastero
è ubicato nella valle del fiume Ouribio circondato da un ambiente naturale
che lo ingrandisce e lo avvolge nel mistero. usciti da Tricastella si devia
sulla sinistra in salita e in poco piu di 4 km si arriva a San Xil,
attraverso un paesaggio pittoresco pieno di castagni e roveri. È ubicata in
questo paesino una chiesa romanica che conserva un calice del secolo XV.
Continua il tragitto del Cammino per Montán, dove si trova una chiesa a
navata romanica ed il pellegrino può bere dalla sua Fuente (Fonte) do
Chafarico. E poi si attraversa Furela, con una cappella dedicata a San Roque;
Pintín; Calvor, possiede numerosi resti preistorici; Aguiada; San Mamed del
Camino; e San Pedro del Camino.
Dopo
aver lasciato indietro quest’ultimo paesino, il Cammino ci conduce a Sarria,
ultima enclave della tappa di oggi. È rilevante in questa cittadina -dove
morì Alfonso IX, nel 1230, mentre realizzava il Cammino-, il suo centro
storico, nella parte alta della cittadina, di forte carattere medievale. Il
camminante può visitare anche la chiesa di El Salvador, interamente romanica
e facciata gotica; l'eremita di San Lazzaro; l'Albergo di Sant’Antonio, oggi
adibito a Pretura; ed i resti della sua antica fortezza, del secolo XIV.
Sarria e’ il punto di riferimento piu’ importatnte del cammino dato che e’
proprio qui che i pellegrini che vogliono percorrere i 100 km necessari ad
ottenere la Compostela iniziano il loro viaggio.Bella cittadina piena di
negozi molto organizzata.
04/06/2008 8°tappa:Sarria-Portomarin
(km 22- 4,30h )
Partenza come ormai da manuale alle 7.00. Il cielo e' coperto e fa un po'
freddo; minaccia di piovere, ma per fortuna non lo fà. Il cammino si snoda
tra continui sali-scendi e nonostante la relativa brevità, mette a dura
prova le nostre ormai stanche gambe. La meta è così vicina che non possiamo
certo mollare adesso. Infine, il cammino, dopo aver percorso numerosi
borghi, arriva in una cittadina, Potomarín. Questa cittadina, che già
esisteva in tempi dei romani, fu un altro delle enclavi importanti del
Cammino durante il Medioevo. L'antico Portomarín giace attualmente sotto le
acque del bacino artificiale costruito nel 1962, anche se prima di
inondarlo, la chiesa è stata smontata pietra su pietra e ricostruita in alto
e si leggono ancora i numeri con i quali erano state contrassegnate le
pietre.
Tra gli altri monumenti; la chiesa-fortezza dei Cavalieri di San Giovanni di
Gerusalemme, che ebbero al loro carico il vecchio albergo che non ebbe la
stessa sorte della chiesa e che, come i vecchi ponti medievali e romani,
dorme sotto le acque del Miño. Si può visitare in questo comune oltre ai
monumenti menzionati, la chiesa di San Nicola del secolo XIII; il portale
della chiesa di San Pedro, del 1182; la Casa del Conde, S. XVI, ed il
Palacio di Berbetoros, S. XVII. Qui ritrovo jose,la signora di Barcellona
con il figlio e Annette una ragazza sempre di Barcellona che avevo incontrato
alla stazione dei pulman di Leon.
05/06/2008 9°tappa:Portomarin
-Palas de Rei (km23,7-5h)
Tappa simile alla precedente, con paesaggi che variano in continuazione, e
si alternano fra loro: boschi, prati, pascoli, piccoli paesi e villaggi,
torrenti e ponti ed innumerevoli saliscendi. Da Portomarin a Hospital de al
Cruz si fiancheggia , ora a destra ora a sinistra, la carretera nacional,
poi si percorrono strade secondarie, con le salite della Sierra Ligonde e
dell'Alto do Rosario e si raggiunge Palas de Rei. Lasciato Portomarin
attraversando il Rio Torres sulla Passarela, stretto ponte per soli pedoni,
inizia la lunga salita per l'Alto San Anton, Toxibo, Gonzar e Castromajor.
Quest'ultimo è un centro di origine celtica che ospita la piccola Iglesia de
Santa Maria, la strada raggiunge bruscamente il villaggio di Hospital de la
Cruz dove sorgeva anticamente un ospizio per i Pellegrini, ma che anche oggi
tiene fede all'ospitalità della Galicia, in una vecchia costruzione agricola
si offre sopa caliente y bocadillos. Attraversando questi borghi dimenticati
dal tempo, si notano costruzioni fatte con pietra a secco. Antica tecnica di
costruzione, usata anche dai Celti, di pietre semilavorate sovrapposte.Lungo
il cammino incontriamo due signore Francesi Sylvie, e Georgette gia
incontrate a Rabanal del cammino facciamo quasi tutto il percorso con loro
fino a Palas de Rei.
06/06/2008 10°tappa:Palas
de rei –Arzua (km30-7h)
Dopo una colazione nell'albergue
si parte per piccole stradine con la impressione di fare qualche giro un pò
vizioso ed anche qualche chilometro in più. Attraversiamo
pinete camminando su sentieri coperti di aghi di pino, il paesaggio agricolo
è molto vario e collinoso con antiche chiesette ed antichi strumenti di
lavoro.Melide
si presenta con un'area industriale (dove sono presenti aree picnic) .Una
piccola sosta in un bar per caffè e digestivo e poi via per i vari boschi e
boschetti con le loro aree umide e sempre su e giù per dolci colline
proseguiamo
per Arzua.Qui vi è il miglior albergue della Galizia con la molto gentile
hospitalera Angels Facciamo un pò di spesa. Nell'albergue eravamo in 30,ma
nessuno delle persone che avevano percorso il cammino con me,qui conosco due
Coreane e una signora giapponese che parla italiano mi racconta delle sue
visite alla citta del mondo Roma cosi la chiama del suo pellegrinaggia da
Gerusalemme a Roma e poi a Santiago qui conosco anche una ragazza canadese
con il figlio che avevano percorso un viaggio da Roma a Lurdes e poi
Santiago.
07/06/2008 11°tappa:Arzùa
Monte do Gozo (km 35 -9 ore)
Ultima tappa, dopo un cammino fatto di sforzi, di cose belle: la natura le
amicizie, le emozioni; di cose meno belle, dolori articolari, disagi.Questi
ultimi kilometri ti rallegrano il cuore e ti fanno stare in pace con te
stesso. Mai come in questo momento ti senti parte della natura che ti
circonda.Cammini spedito “macinando” kilometri dopo kilometri, ormai ti
puoi definire un vero pellegrino. Il monte do Gozo (Monte della gioia),
posto a 5 kilometri da Santiago di Compostela, è stato in passato il luogo
dove gli antichi pellegrini scorgevano Santiago, la sostavano per mondarsi
sia nel corpo sia nello spirito e presentarsi davanti all’apostolo più degni
e puliti. Ora questo posto è diventato un complesso turistico con molti
servizi e un rifugio con 800 posti letto. Anche questo è il cammino.
08/06/2008
12° Tappa: Monte Gozo Santiago de Compostela km 5
Oggi e’ domenica partiamo come al solito alle sette circa per percorrere
gli ultimi cinque chilometri che ci separano dalla meta finale. Il
pellegrino arriverà davanti alla Cattedrale, il destino a lungo desiderato.
Questo capolavoro dell'architettura è il monumento più importante del
romanico. Attraverso la facciata dell'Obradoiro si accede al Portico della
Gloria, e una volta all’interno rimane solo lasciarsi trasportare dalle
emozioni nel vedere le preziose e splendide opere d’arte conservate.
La tradizione invita ai pellegrini a seguire vari rituali, il più importante
e significativo è l'abbraccio al Santo. Poi si deve rispettare il rito
pagano delle testate, che consiste nel tentare di prendere un ramo nella
finestra bifora, sotto la figura dell'Apostolo sedente e poi chiedere tre
desideri, dietro la stessa colonna c'è una figura alla quale gli si danno
tre testate "affinché trasmetta la sua sapienza ed il talento".
Una
volta usciti dalla cattedrale, nella Plaza del Obradoiro, il pellegrino
potrà rimanere sorpreso dai magnifici edifici che lo circondano, e che
parlano dei mille anni di storia ed architettura della città: il Collegio di
San Geronimo, fondato nel 1501; il neoclassicista Pazo Raxoi, costruito nel
1766 e l'Antico Albergo Reale, albergo per pellegrini patrocinato dai Re
Cattolici e edificato agli inizi del secolo XVI. Queste sono alcune delle
meraviglie che si possono ammirare in questa storica città. La città
vecchia non è brutta, anzi, ma è l’insieme che non affascina. Troppo
commerciale, troppo turistica. Il rifugio municipale, gestito da preti,
costa 9€uro a notte, un prezzo esagerato mai trovato lungo il cammino. Ci
dirigiamo all’Oficina del Peregrino e presentiamo la Credencial con i
sellos, (vidimazioni), per farci rilasciare la “Campostela”, il documento
ufficiale che attesta l’avvenuto pellegrinaggio. Per averlo basta dimostrare
di aver percorso a piedi almeno 100 Km. del cammino.
Visitiamo la cattedrale, assistiamo alla messa che viene celebrata in
italiano , poi ci soffermiamo sulla piazza per le foto di rito insieme a
tanti amici.Si va a pranzo in un ristorante del centro che con 13 euro
pranziamo siamo in 10 ci sono vari amici incontrati sul cammino, ma un
particolare ricordo va a Giovanna una ragazza semplice,jose perso lungo il
cammino e che non ho piu’ ritrovato,alla signora di verbania che non ricordo
il nome,alle due signore francesi,e a tutte le persone conosciute lungo il
cammino.Un ricordo,in particolare a un Giapponese,e una ragazza
Olandese. E dopo un giro per la città torniamo a dormire a Monte do Gozo
dove rimango per altri due giorni prima di ritornare a Roma .